9 marzo 2014

APPROVAZIONE DECRETO LEGISLATIVO ANTI-VIVISEZIONE: UN PASSO AVANTI?

La recente notizia dell'approvazione in Parlamento del decreto legislativo anti-vivisezione fa presumere di aver compiuto buoni passi avanti verso il rispetto e la tutela degli animali purtroppo utilizzati come cavie sperimentali, ma diversi aspetti del decreto restano ancora poco chiari.
Ma intanto vediamo quali attività risulteranno vietate in Italia con questo decreto

  • non si potranno più allevare cani, gatti e primati da laboratorio, e questo dovrebbe garantire un futuro in cui non ci saranno più situazioni orribili come quella dell'allevamento Green Hill;
  • effettuare esperimenti su scimmie antropomorfe (scimpanzè, oranghi, gorilla, gibboni, bonobo) ed esperimenti per la produzione e il controllo di materiale bellico;
  • effettuare esercitazioni su animali per didattica ad eccezione dei corsi universitari per la medicina veterinaria;
  • divieto agli esperimenti sugli animali con livello di dolore grave a partire dal 1 gennaio 2017;
  • vietati i test di droghe, alcool, tabacco e per trapianti di organi animali, ma solo dal 1° gennaio 2017 e previo riconoscimento di metodi alternativi,;
  • divieti di test su cani e gatti randagi e su animali resi afoni (altrimenti utilizzabili secondo la direttiva europea) .
Questo decreto pare essere per alcuni aspetti migliore della Direttiva Europea del 2010, come sottolineato dall'ultimo punto, di cui non è stato una fotocopia ma ha toccato punti essenziali, secondo la LAV.
Ma se alcuni divieti sono per lo meno basilari, e avrebbero dovuto essere attivi già da tempo (almeno quanto il divieto di sperimentazione per prodotti ad uso cosmetico), sono ancora tante le problematiche non affrontate nel modo dovuto da questo decreto.
STOP VIVISECTION

Ad esempio in base a cosa si stabilisce un livello di dolore grave su di un animale? Ebbene, in poche parole, se il dolore è inferiore ad una puntura, non rientra nei canoni, tutto il resto, sarà protetto dalla norma; a ben leggere, quasi tutto si potrà fare, poichè a quanto pare le iniezioni sono concesse.
Altro fatto che fa storcere il naso è semplicemente la terminologia adottata nel testo, in cui non si arriva mai a chiamare il soggetto con il suo nome, ovvero vivisettore, o nemmeno sperimentatore, ma diventa l'utilizzatore...forse un modo per far sembrare meno cruente le azioni che eseguono? 
Controversa poi la sezione riguardante l'uso di anestesia prima delle sperimentazioni, in quanto la LAV dichiara: "Per il non rispetto dell’articolo 13 della Legge-delega n.96 del 2013 riguardo all’obbligo di utilizzare animali solo in anestesia, diffideremo il Ministero della Salute e procederemo a denunciare tutte le autorizzazioni alla sperimentazione sugli animali che non rispetteranno il dettato, portando con la Magistratura i punti incompatibili del Decreto Legislativo fino alla Corte Costituzionale”.


D'altro canto saranno finalmente promossi e adottati metodi alternativi/sostitutivi alla vivisezione poiché vi sarà un fondo per il loro sviluppo, pari al 50 per cento del fondo di rotazione dello Stato. 
Le sanzioni per i trasgressori di questi divieti non potranno essere ignorate e saranno più severe ed efficaci.

STOP VIVISECTION
Lo sguardo terrorizzato di un piccolo innocente
Nella sola Italia sono circa 900mila gli animali uccisi per la scienza nera in 600 impianti capillarmente distribuiti su tutto il nostro Paese. Sempre restando in tema di numeri, ogni anno nel mondo sono 150 milioni gli animali allevati, utilizzati e uccisi per dati non trasferibili all'uomo, "alimentando una ricerca inutile e dannosa", commenta la biologa Michela Kuan, responsabile nazionale di LAV settore Vivisezione.

Per quanto riguarda coloro che ritengono la sperimentazione animale necessaria per ricercare una cura di malattie rare e terribili ecco riportata una parte del discorso di Michela Vittoria Brambilla: «Il caso Caterina Simonsen, la ragazza colpita da malattie rare che si dice a favore della sperimentazione animale e che aveva infuocato i media, è stato ben controbilanciato dal caso Penco, la biologa genovese affetta da sclerosi multipla, che ha deciso (ora assieme ad altri trenta colleghi) di donare gli organi post mortem per una ricerca scientifica che non si basi su fantasiosi modelli indotti su topi o cani, ma su organi umani che rappresentino realmente l'evoluzione dei processi patologici».

Inoltre dal rapporto Eurispes 2014 emerge che l’80% degli italiani è contrario alla vivisezione e che si schiera verso i metodi sostitutivi di ricerca. E allora continuiamo a parlarne in modo che questo decreto sia solo l'inizio del progresso.


Per concludere...

"La vivisezione sta alla scienza e alla medicina come l'astrologia sta all'astronomia" 
Tanis J.- Press Journal

STOP VIVISECTION

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